I prodotti tipici della Val Pellice evidenziano tradizioni passate e farli conoscere stabilisce un contatto diretto fra ciò che viene acquistato e chi lo ha prodotto, in modo da creare un vantaggio sia per il produttore che per il consumatore. In Valle si sono costituite numerose associazioni di produttori di miele, di castagne, di “saras del fen” e di “mustardela”, che vengono prodotte seguendo tradizioni antiche per valorizzare a pieno i prodotti locali, recuperando patrimoni importanti di biodiversità. Un altro aspetto importante è l'enogastronomia: vi sono numerosi casi di eccellenza enogastronomica dai ristoranti agli agriturismi: in tanti stanno percorrendo la via dell'utilizzo dei prodotti del territorio in cucina. La Val Pellice è caratterizzata da una serie di elementi che permettono di coniugare la sua storia e la sua cultura con il paesaggio e le produzioni agroalimentari.
Il Saras del fen è la tipica ricotta delle Valli Valdesi: il nome, probabilmente, deriva dal latino Seracium, fatto con il siero. È ottenuta riscaldando il siero proveniente dal latte munto dai bovini, ovini e caprini, in purezza o misto e arricchito di latte intero. Questo tipico prodotto è ottenuto nelle aziende agricole montane poste tra i 600 e i 2200 metri di quota. Il Saras del fen si distingue dalle altre ricotte, oltre che per una temperatura di cottura più elevata, anche per la caratteristica protezione esterna, costituita da una particolare erba (festuca) degli alpeggi. Essendo un tipico prodotto artigianale, le sue caratteristiche organolettiche variano da luogo a luogo e con le stagioni. L'utilizzo di questa ricotta può avvenire sia direttamente in tavola sia in cucina per preparare gustose ricette; tradizionale è il consumo come dessert accompagnato da marmellata di mirtilli o di sambuco o da miele. Va sottolineato, inoltre che il Saras del fen è stato adottato come “presidio” da Slow Food.
Il Castagnoin Val Pellice ha sempre rappresentato un'importante risorsa alimentare fino all'immediato secondo dopoguerra. Tramandato da una secolare tradizione di utilizzo per finalità fondamentali nell'alimentazione della popolazione di montagna, il Castagno da frutto gode ancora oggi di una grande diffusione in Val Pellice, praticamente in tutta la valle, dalla pianura fino ai 1200 metri; i castagneti connotano e caratterizzano il paesaggio montano fornendo, oltre ai pregiati frutti, legname, prodotti del sottobosco (funghi e piccoli frutti),ombra e frescura per piacevoli passeggiate.
Il Miele e l''Apicolturanelle zone montane costituiscono sicuramente un'importante fonte di reddito, seppur complementari ad altre più remunerative. L'esistenza, ormai da anni, dell' Associazione Apicoltori Val Pellice testimonia che anche sul nostro territorio il miele può rappresentare un valido prodotto tipico locale, soprattutto se tutelato e valorizzato, caratterizzandolo adeguatamente. In Val Pellice il miele è un importante prodotto dell'agricoltura di montagna: attualmente sono diversi i produttori di miele che hanno fatto richiesta di certificazione biologica per migliorare la qualità della loro produzione. Il miele dei produttori della Val Pellice si può trovare ai banchi dei produttori stessi in occasione dei mercati settimanali locali,oppure presso il punto vendita del Consorzio Val Pellice d'Oc a Luserna San Giovanni. Lo potrete inoltre degustare in occasione delle principali Fiere della Val Pellice.
Le MeleIl Piemonte all'inizio del Novecento possedeva migliaia di varietà di mele, alcune pregiate ed apprezzate in tutto il mondo. Il primato della quantità è rimasto, ma non la straordinaria ricchezza di diversità. Anzi, proprio lo sviluppo della melicoltura industriale ha fatto una crudele selezione, non tanto naturale quanto economica, spazzando via quasi tutte le vecchie varietà locali. Ma proprio nelle aree marginali scartate dall'agricoltura industriale come la Val Pellice, sono sopravvissute molte vecchie varietà. La Scuola Malva Arnaldi di Bibiana ne ha raccolte ben quattrocento e attraverso numerosi progetti sperimentali ne sta curando la conservazione. Alcune di esse hanno ancora un futuro produttivo di nicchia perchè sono rustiche e resistenti, quindi naturalmente biologiche; sono buone, aromatiche, profumate e si conservano a lungo. Tra queste sono state scelte otto varietà, in rappresentanza del vasto patrimonio genetico che rischia di estinguersi: Buras, Calvilla Bianca, Carla, Dominici, Gamba Fina, Grigia di Torriana, Magnana, Runse. Inoltre sono state adottate da Slow Food come “presidio antiche mele piemontesi” , che ha sede presso la scuola Malva Arnaldi di Bibiana; sono altresì state scelte a far parte del Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino.
La “Mustardela”appartiene alla vasta famiglia dei sanguinacci, salumi della povera tradizione contadina, nati dalla necessità di approfittare al meglio di ciascuna parte del maiale. Questo prodotto ha forma cilindrica, di colore violetto e un aspetto brillante ed elastico, di consistenza soda. Viene prodotta con il sangue del maiale, la testa, le orecchie, la lingua e i rognoni bolliti e salati a fine cottura con aggiunta di verdure (cipolle e aglio). Gli ingredienti vengono tritati insieme, conditi con sale e spezie e poi il tutto viene insaccato e, il sanguinaccio così ottenuto, viene bollito ulteriormente. La Mustardela deve essere bollita per 15 minuti circa e preferibilmente servita con patate lesse, purè o polenta. Anche questo prodotto è stato adottato da Slow Food come uno dei “Presidi”. In Val Pellice è possibile trovare la Mustardela presso i macellai che aderiscono all'Associazione Produttori di Mustardela.
Gli altri prodotti della Val Pellice La Val Pellice vanta anche altre produzioni agricole tipiche, quali i formaggi caprini,tome d'alpeggio e formaggi con latti misti. L'erboristeria, se pur rappresentata da poche aziende in Valle, occupa un posto particolarmente importante; le materie prime per gli infusi, le erbe, le tisane, le tinture madri, ecc, sono raccolte in natura sulle nostre montagne e poi sono trattate secondo antiche e tradizionali ricette. Anche la lavorazione del feltro è eseguita seguendo i metodi tradizionali, la lana è cardata con i cardi vegetali e poi filata come facevano un tempo le nostre nonne.